Sotto Assedio – Rachele Riccetto

#UnaRecensionealVolo

Buongiorno #coffees! Bentornati con una nuova lettura vivamente consigliata ed informativa, delineata dalla mano di una nuova autrice emergente!

Il libro che andremo a trattare e di cui vi parlerò traccia le linee attorno alla metamorfosi umana e al tema della crescita di sé, come individuo e come parte di un sistema sociale.

L’autrice Rachele Riccetto, con il suo libro “Sotto Assedio” pone in prima linea una problematica fisica e psicologica non sempre considerata sociologicamente e difficilmente portata allo scoperto.

Si tratta del tema dell’Afefobia.

“L’afefobia o aptofobia (dal greco ἄπτω “toccare” e φόβος “paura”) è una fobia che comporta grande disagio, se non repulsione, nei confronti del contatto fisico (sia dato sia ricevuto). Tale fobia è data da un’ipersensibilità prossemica del soggetto, interpretando questi nel subconscio il contatto fisico come un’invasione della propria o altrui zona intima.”

[fonte: Wikipedia]

La protagonista, Tilda, dopo anni di relazione con il suo pubblico del mondo del cinema, per via della forte influenza anche nel mondo della recitazione, decide di ritirarsi a causa di profondi timori e di una frenesia ansiosa dovuta a problematiche familiari, oltre che lavorative. Una carriera inoltrata, una vita immersa tra foto, interviste e fama; un palcoscenico che presentava “dietro le quinte” di una vita perfetta, un mondo familiare tormentato, fatto di minacce e di assenza affettiva.

Tilda ritrova nella sua nuova casa e nelle cure della sua fidata domestica Francine, colei che si prenderà cura di Tilda come una propria figlia, con amore e caldo affetto. Tilda istaurerà intorno a sé un mondo fatto di routine ed illusioni nei rapporti con sua sorella ed anche con il proprio figlio ma con cui i rapporti sono da tempo congelati. Proprio quest’ultimo però poterà la stessa Tilde a mutare una “forma” del suo essere, una parte di sé che fin da troppo tempo sembra essere ferma negli abissi della sua mente e del suo animo.

Una storia costituita da piccoli passi di crescita, di maturazione, di comprensione e pochi ma preziosi rapporti che sollevano e riprendono, dall’anima di Tilda, ciò che pensava lei stessa avesse ormai perso completamente, il senso del voler vivere.

Una storia toccante, uno sguardo verso universi che apparentemente così lontani, affondano le radici in realtà così reali e vicine a noi.


Abbiamo il piacere, per tutti i lettori di #uncoffeealvolo, di accogliere le parole e le riflessioni dell’autrice Rachele Riccetto e poter così interpretare ancor meglio i tratti caratterizzanti di questa storia e del mondo che appartiene alla nostra protagonista.

1. Quale libro ha influenzato notevolmente la Sua passione per la scrittura?

Ho iniziato a scrivere, a comporre, a creare quando avevo otto anni, e sebbene non pensassi davvero che potesse diventare una realtà, credo che tutti i libri che ho letto crescendo abbiano avuto una forte influenza su di me. Un libro che ha avuto un impatto particolare nella mia vita, però, è stato “Narciso e Boccadoro” di Hesse. La prima volta che lo lessi avevo dodici o tredici anni, e non riuscendo davvero a comprendere ciò che stavo leggendo, non riuscii ad apprezzarlo. Da allora l’ho riletto diverse volte, e ogni volta riesco sempre a ritrovare un pezzo di me, e qualcosa di nuovo che non avevo ancora scoperto. La poesia e l’amore trasmessi da quel libro mi hanno sempre spinta a creare, e a ricordarmi sempre l’importanza e la forza dell’arte, per l’uomo, per la vita, per il mondo.

2. Con quale personaggio dei Suoi scritti si ritrova particolarmente in simbiosi e in quali tratti della Vostra vita è percepibile tale affinità?

Credo che Tilda, la protagonista del mio primo romanzo, “Sotto Assedio”, rispecchi il mio carattere sotto alcuni aspetti. Nonostante la sua storia sia caratterizzata da grandi dolori, e perdite, e traumi, c’è anche una parte di lei che vuole semplicemente vivere tranquilla, in solitudine, creando qualcosa che riesca a liberare la sua anima dal peso che ha dentro. Credo che questo sia il tratto principale che abbiamo in comune, una cosa che ho riscoperto sempre di più dentro di me, soprattutto dopo il periodo di isolamento a cui tutti siamo stati forzati durante l’ultimo anno.

3. Quale messaggio ha voluto lanciare con il Suo libro?

Il messaggio che ho voluto lanciare con “Sotto Assedio” è uno di ribellione, e di unione. Spesso siamo bloccati dalle nostre paure, dai nostri traumi, da ciò che ci circonda, e non riusciamo a vedere una via di scampo, e ci sentiamo un po’ come Tilda, intrappolati in una casa che dovrebbe proteggerci e aiutarci, ma finisce soltanto per ingabbiarci. Nonostante io sia una grande amante della solitudine, so che “nessun uomo è un’isola”, e tutti abbiamo bisogno di qualcuno che ci aiuti, ci tenga la mano, ci rassicuri. “Sotto Assedio” è stato un po’ anche questo per me, mi ha dimostrato che nonostante tutto non si è mai completamente da soli, e spero che possa fare lo stesso anche solo per un’altra persona.

4. Quale pensa che sia il Suo “pubblico ideale”? Quale tipologia di lettore ha immaginato potesse trovare affinità con la Sua opera?

Non credo ci sia un “pubblico ideale” per un’opera. Penso che ognuno di noi abbia la possibilità di trarre qualcosa di unico e importante da ogni storia con cui entra in contatto, e spero che anche il mio libro possa raggiungere una piccola parte nascosta nel cuore di tutti quelli che vorranno leggerlo. Per me è una storia davvero importante, e mi piacerebbe riuscire ad arrivare anche a persone che non si sarebbero mai aspettate di poter apprezzare questo genere, perché è questo il bello dell’arte: va interpretata, quindi ognuno può vederci qualcosa di diverso, e non dobbiamo essere tutti uguali o pensarla alla stessa maniera per poterla apprezzare.

5. Ha già qualche idea riguardo un Suo prossimo progetto letterario?

In un certo senso, per me è abbastanza difficile portare avanti delle idee che poi riescano a trasformarsi in qualcosa di concreto e terminato, nonostante io sia sempre impegnata a scrivere. In questo momento sto lavorando molto lentamente ad una storia che riguarda un’amicizia e tutte le scelte e le casualità che orbitano intorno agli eventi principali della vita di una persona. Non posso rilevare più di tanto perché non so ancora neanche io come si svolgerà la storia e se arriverà da qualche parte, ma sicuramente è un’altra storia che mi piacerebbe condividere con il mondo un giorno.

6. Che rapporto ha con il mondo letterario? Pensa esista ancora un luogo di incontro e/o confronto tra autori di vario genere?

Sono appena entrata a far parte del mondo letterario in quanto autrice, e non posso che esserne affascinata. Prima di tutto siamo tutti lettori, grandi amanti di quest’arte senza tempo, e credo che questo ci permetta di sentirci tutti uniti, in un certo senso. Dalla pubblicazione del mio primo romanzo, ho avuto la possibilità di parlare con alcuni autori, e molti lettori, e credo che questa passione che ci unisce sia la cosa più importante che ci sia.

7. Tre libri che si sentirebbe di consigliare.

Sicuramente, “Narciso e Boccadoro” è il primo libro che voglio raccomandare sempre, che cerco di convincere tutti a leggere almeno una volta nella vita. La forza poetica di quel romanzo è qualcosa di unico e incredibile, un viaggio che dovremmo compiere tutti almeno una volta nella vita. Poi, come secondo libro, “Una vita come tante” di Hanya Yanagihara, che ho avuto la fortuna di leggere l’anno scorso, e credo sia stato uno dei romanzi più dolorosi e coinvolgenti che abbia mai letto. Un’opera davvero incredibile, al solo pensiero mi si spezza di nuovo il cuore! E infine “Orlando” di Virginia Woolf, una storia di cambiamenti e di perseveranza, immensa e incredibile, di una forza e di una delicatezza terrificanti, che punta dritta al cuore del lettore; è un libro che farebbe innamorare chiunque.


Buona lettura con un dolce Coffee al Volo!

La Coffeer_