Crimson Peak: il fantasma di un amore capace di tramutare i petali di rosa in spine

Bentornati lettori! Siamo di nuovo qui, tra le trame avvincenti e curiose di una storia pronta a sorprendervi tra le sue note e i mille colori che solo dei meritati film sono davvero capaci di trasmettere e rendere doverosamente al proprio pubblico.

Proprio a questo proposito oggi, miei cari coffees, vi parlerò con profondo apprezzamento di un titolo cinematografico dal titolo Crimson Peak .

[Il film è del 2015 diretto da Guillermo del Toro, uno tra i più meritevoli registi in tema di film horror e genere fantastico | Genere Horror, Fantastico, Drammatico | durata 119 minuti ] —

Questo film, con spassionata capacità cinematografica, è stato perfettamente in grado di riportarmi verso quei toni che tanto apprezzai, ai tempi della mia infanzia, riguardo la delicatezza di uno dei classici Disney più preziosi e che apprezzai maggiormente più di altri ovvero “la Bella e la Bestia” e che, da quella rivoluzione tanto semplice eppure così poco compatibile con la realtà umana che fragilmente se ne ripara e distrattamente se ne allontana, ne ha ripreso le apparenze e le percezioni narrando di nuovo di quell’innamoramento innocente e cauto per l’Amore stesso e del sacrificio dolce ma lieve che da ciò ne deriva.

Con il passare del tempo trame sempre più dedite a dipingere e frammentare in parti più flebili la determinazione di un amore sano, incapace di arrendersi neppure di fronte al rischio dell’oblio, hanno preso spazio tra le riproduzioni cinematografiche eppure nonostante la vorace modernità, la narrazione di “Crimson Peak” è riuscita nell’intento poetico di renderlo di nuovo al suo pubblico.

Gli esseri umani, da sempre giovani sognatori di un amore immaginato sotto le sembianze dei “petali di una rosa, incapaci per loro natura sognante di non vederne mai seppur così fugacemente le spine, hanno da sempre rincorso sognanti quella delicatezza fiorente, tanto agognata quanto ineffabile, di un sentimento così fin troppo puro e che si fa, tra le mani voraci umane, sempre più nostalgico e tormentato eppure riconosciuto tale solo quando, di fronte a sacrifici e scelte, le schegge dell’esistenza si fanno in mille pezzi, feriscono, persistono fino a che, con il perdono, riescono a lasciarne le cicatrici.

|| Il racconto narra di una giovane scrittrice Edith Cushing, tanto testarda quanto determinata del proprio futuro e dei propri sogni, che per casualità e tra le strade del destino verrà conquistata dallo sguardo magnetico e pensieroso del baronetto Sir Thomas Sharpe e che, con il mistero che si cela dentro di lui e la sua profonda enigmaticità, riuscirà ad ammaliare la giovane donna seducendola, rendendola poi sua moglie e compagna di avvenimenti che ripercorreranno quei tratti tipici del romanzo gotico, tra le vesti e le architetture dello stile vittoriano e numerosi e per nulla casuali, richiami artistici e letterari. L’ormai novella sposa Edith si troverà quindi a confrontarsi e comunicare, seppur senza riuscirci mai veramente, con antiche presenze ed incubi e forse, solo quando ormai sarà troppo tardi, comprenderà la vera essenza dell’attimo in cui il tormento decide di cedere il passo al perdono e la fugace realtà in cui l’amore risiede in attesa di quel tanto agognato e impagabile addio. ||

Può essere il lato oscuro dell’amore la condanna all’irreparabile incapacità di essere pronti, di sapersi concedere alla sacralità di un addio?

Può un’emozione così preziosa, semplice ma immensa, tanto umana quanto fragile, condannare l’essere umano all’eterno oblio sommerso da un inchiostro nero indelebile negandogli l’attitudine a perdonare e a dire addio?

Una favola drammatica è quello che ci regala Crimson Peak e che di certo rientrerà tra i film più intensi e apprezzati della mia Top5 del 2023.

Il sangue di una ferita, il tormento di un amore mai sentito proprio e meritato, la paura umana di non essere abbastanza per l’altro e la temuta seppur coraggiosa solitudine.

In un’ombra, tra gli incubi e i meandri di un sogno rimasto tale e di una fiaba solo nella sua potenza, si cela la più sincera verità e cruda consapevolezza riguardo cui l’amore non è che la visione più intensa e patita del sacrificio, della fiducia, del timore di non essere mai tanto quanto l’amore che veramente si vorrebbe essere per l’altro o che si sarebbe desiderato voler essere.

Ma è solo quando, tra il sangue che sgorga dal basso ventre della terra, come solo a Crimson Peak accade, traspare nel cielo di un castello oscuro e in penombra una farfalla che resiste e tenace continua a volare come una flebile speranza per quella libertà timida e fragile che allora si ritrova la forza nella percezione di quello che in fondo, nella realtà di tutte le cose, l’amore è sempre stato: un sentimento vivo, capace di prendere il sopravvento dentro ciascuno e far brillare il lato buono che è sempre esistito negli abissi della propria anima ma che smarrito, non ha mai trovato quel bramoso e profondo desiderio di mostrarsi al mondo.

La morte sottrae la vita alla vita eppure l’amore persiste, resiste, si colora e torna sempre a risplendere, persino tra i fantasmi.

Ci sono cose che li legano ad un luogo, come accade a noi.

Alcuni restano incatenati a un lembo di terra, a un momento nel tempo,

al sangue versato, a un terribile crimine.

Ma ce ne sono alcuni che si aggrappano a un’emozione, un impulso: lutto, vendetta, amore.

Quelli non se ne andranno mai.

La Coffeer_