Il delitto alla rovescia – Ellery Queen

#UnaRecensionealVolo

Buona domenica miei cari lettori, o #coffees! Bentornati o benvenuti tra le pagine di #uncoffeealvolo, che possa essere un’ottima giornata di intriganti letture!

Oggi, come reduci dal periodo più abissale dell’anno e attraverso il tema halloween abbiamo trattenuto, chi più chi meno, il fiato sospeso tra ottimi lavori di thriller, horror e noir, siano stati questi libri, serie tv o film.

Insomma chi più titoli ha più ne consigli! 😊

Proprio a proposito di consigli, oggi sono qui per parlarvi di una nuova lettura che, a mio avviso, in questo periodo è riuscita a coniugare sotto i miei occhi l’acuta investigazione di stampo “sherlockiano” con quella peculiare, ma non per tutti ovviamente “discutibile”, ironia inglese. Riguardo ciò ammetterò che l’elemento che è stato colto da questo connubio narrativo, a seguito della lettura che ho svolto in quanto lettrice affamata e amante dei gialli e dei thriller dai toni inglesi, è stato apprezzato principalmente proprio per l’ottimo bilanciamento che Ellery Queen (il protagonista) è riuscito a definire tra le righe dei suoi folli misteri investigativi.

La lettura dal titolo “Il delitto alla rovescia” identificato dallo scrittore Ellery Queen, che come la presentazione stessa del libro si definirà non essere il vero e “singolo” autore di questo libro, è un romanzo classificato tra i meandri classici della letteratura poliziesca, uno stile di scrittura e narrazione atipica, differita rispetto alle tipiche narrazioni della saggia Agatha Christie o dell’ottimo George Simenon. Ho percepito in effetti, fin dalle prime righe, una stretta connessione legata ad una ribellione letteraria tipica e già percepita in un altro grande autore di gialli e misteri senza fine, quelli redatti dalla scrittura caratteristica e inimitabile della grande letteratura investigativa per mano dell’arte di Arthur Conan Doyle, con le sue avventure imprevedibili del caro detective inglese, Sherlock Holmes.

Un parallelismo stretto si individua quindi nel protagonista della storia, il signor Ellery Queen, a cui i due veri autori dell’opera hanno scelto di affidare il merito della stesura narrativa. Ellery Queen è il figlio dell’ispettore di polizia in particolare di colui che verrà convocato appena il delitto sarà commesso e dalla cui linea d’indagini però Ellery sceglierà comunque di distaccarsi. Egli infatti sceglierà i suoi metodi caratteristici per l’analisi del caso, mostrandosi al lettore come un uomo dal carattere solitario, ribelle, acuto e amabilmente perspicace. Ad un occhio esperto Ellery Queen si presenta come la “fazione buona” di una geniale mente criminale e come tale è percepita l’essenza di un personaggio capace di individuare i tormenti e le pazzie che possono dimenarsi nella mente di un ferrato e freddo assassino.

L’ironia leggera ma acuta, tra le righe di questo romanzo, volge intorno a tematiche spesso cruente, presentate ai nostri occhi come se fossimo noi stessi effettivamente dei personaggi ulteriori all’interno della storia, convocati alla ricerca di un nome e di un movente. Una storia narrata tra i toni di un giallo e i misteri “della camera chiusa”, tipici dell’età dell’oro di questo genere. Un format letterario intenso, moderno ed innovatore. Una scrittura coinvolgente sceglie di accompagnarci tra le pagine, tale da attrarci tra le mille ricerche ed ipotesi azzardate che il celebre eroe-protagonista Queen sceglie di “narrare”.

Un giallo da non perdere, un libro che consiglierei a lettori in bilico di fronte ad un possibile blocco del lettore, una narrazione fresca ed attuale, dal tratto super apprezzato per chi acclama felicemente il genere poliziesco con tratti da “giallo britannico”.

Cercare sempre una soluzione, per quanto questa possa essere folle ed azzardata.

Passando per di qui, Ellery Queen ha lasciato questo messaggio.

La Coffeer_