Ritorno a Villa Blu – di Gianni Verdoliva

#UnaRecensionealVolo

Buongiorno e buona domenica cari lettori, eccoci con la nostra attesissima rubrica periodica di #unarecensionealvolo! 😊

Oggi tratteremo due letture che mi sono state gentilmente donate dall’autore di riferimento: una dai tratti misteriosi e sovrannaturali, tipici di un mondo letterario invece molto spesso unicamente tendente alla giallistica e al thriller e l’altra volta alla delicatezza e alla crescita emotiva.

In primo luogo ho avuto il piacere di accettare con intrisa curiosità “Ritorno a Villa Blu” di Gianni Verdoliva.

Dalla trama introduttiva del libro, molto vagheggiante rispetto invece alla caratterizzazione dei personaggi ben delineati dall’autore all’interno del romanzo, entriamo a conoscenza dei 3 giovani nipoti protagonisti, Francesco, Alessio e Tommaso, connessi a tratti di storia, racconti e leggende affiancati, oltre che alla fragilità dovuta all’assenza di punti di riferimento e ai ricordi che riaffiorano tra i meandri di Villa Blu, ai misteri ancora irrisolti e alle inquietudini nascoste tra le pareti di un piccolo ma oscuro borgo abitato.

Un racconto che si nasconde tra le ombre e le reincarnazioni delle anime passate ed ora in quelle giovani e presenti, attraversando anche la ricchezza della gioia familiare, l’Amicizia e l’Amore.

“Aveva incrociato il suo sguardo, uno di quegli sguardi sereni, aperti, propri delle persone per le quali la felicità è un rumore di sottofondo nella vita, che sono serene nell’intimo e il cui sorriso è naturale, senza sforzi.”

I confini della realtà e del pragmatismo vengono superati, oltrepassati dalla forza delle emozioni e dall’impermeabilità delle buone intenzioni, dall’amorevolezza e l’affinità che la storia e i ricordi sigillano per rendere l’oblio solo un ardere incessante di passato e liberazione.

“Qualcosa nel passato pare sia ancora pronto a influenzare il futuro.”

L’autore Gianni Verdoliva ripercorre, con terminologie eleganti e sobrie, le trasformazioni a tutto tondo delle varie figure nella storia, focalizzandosi sull’instabilità delle emozioni ma che, tra avventure e mistero, divengono ugualmente pian piano parte dei personaggi stessi.

D’altro modo ho avuto anche la possibilità di dedicarmi alla lettura di “Come anime scelte che si ritrovano” sempre donatomi dall’autore Gianni Verdoliva. Si tratta di una lettura interamente volta alle emozioni e alla crescita. I racconti e i personaggi che si susseguono, trovano spazio tra avvenimenti che segnano tratti di vita e lasciando in ognuno un mondo di sensazione e ricordi.

La vita intesa come frammenti di esperienze, come scorrere del tempo e il ritrovarsi, immersi tra le mille storie di un mondo che non è semplicemente quello che ci appare chiaro e limpido davanti ai nostri occhi.

La capacità dell’autore resta anche qui la ferma eleganza nella dimostrazione di ogni personaggio e di ogni storia che trova sempre tra le tante, la propria anima.


Con ciò introduco l’intervista che l’autore Gianni Verdoliva ha con piacere concesso a tutti i lettori di #uncoffealvolo , lasciando spazio anche alle impressioni che per l’autore in prima persona, inducono a mostrare un’ulteriore parte integrante della stesura integrata alla storia stessa.

1. Quale libro ha influenzato notevolmente la Sua passione per la scrittura?

In realtà non posso dire che c’è un libro specifico che mi abbia influenzato. Sicuramente lo stile di alcuni scrittori mi ha molto colpito e in qualche modo qualcosa di loro mi è stato di ispirazione. Posso citare Giorgio Bassani, Guy de Maupassant e Eraldo Baldini. Ognuno di loro, a suo modo, è per me un punto di riferimento.

2. Con quale personaggio dei Suoi scritti si ritrova particolarmente in simbiosi e in quali tratti della Vostra vita è percepibile tale affinità?

Anche se l’età è molto diversa sento di avere molto in comune con il personaggio di Ascanio, il nonno dei protagonisti di Ritorno a Villa Blu. Come lui sono austero come un pastore protestante e non amo le persone istrioniche, inoltre amo lasciare le cose in ordine e portare a termine quanto mi prefiggo. Mi sono trovato affine a nonno Ascanio anche per la gratitudine che esprime nel suo testamento. Non ho fratelli e forse Tommaso, Francesco e Alessio sono i fratelli che avrei voluto avere. Parlando invece della raccolta di racconti Come anime scelte che si ritrovano forse il personaggio più simile a me è Federico, il blogger viaggiatore del racconto “Pensavo mi avessi abbandonato”. Come lui sono un viaggiatore solitario che ama immergersi nei luoghi e coglierne l’essenza. Tutti, comunque, sono affini a me se non altro per il senso di indipendenza e la voglia di sorprendersi di fronte all’inaspettato, al magico.

3. Quale messaggio ha voluto lanciare con il Suo libro?

Sicuramente un messaggio di speranza e di positività. Mostrando anche esempi di personaggi che pensano a se stessi senza calpestare gli altri. Come Amabile, la pasticcera di Ritorno a Villa Blu, gaudente mangia uomini che però si astiene da avventure con uomini sposati o impegnati perché non vuole far soffrire nessuno. Anche i protagonisti della raccolta di racconti, pur nelle loro umane imperfezioni, sono piacevoli. I miei spettri non sono malvagi o vendicativi ma sono anime in cerca di giustizia e consolazione, ritengo che l’aldilà o il paranormale non sia necessariamente foriero di negatività. Inoltre la connessione profonda con la parte più intima di ognuno di noi, è ciò che porta i personaggi a scoprire la verità profonda delle cose. La tecnologia, pur utilissima, è un mezzo, non un fine.

4. Quale pensa che sia il Suo “pubblico ideale”? Quale tipologia di lettore ha immaginato potesse trovare affinità con la Sua opera?

Mi sono rivolto in particolare a chi ama il paranormale, le storie gotiche e mistery. Ho immaginato di poter in qualche modo sorprendere i miei lettori per il taglio particolare che ho dato alle storie e ai personaggi. Diciamo che ho immaginato un lettore in cerca di evasione, mistero e anche di serenità.

5. Ha già qualche idea riguardo un Suo prossimo progetto letterario?

Non posso fare al momento molte anticipazioni. Ho comunque un nuovo romanzo già pronto in cui torna il tema del passato irrisolto, del paranormale e dell’amore fraterno. Ho anche pronte bozze per nuovi romanzi. Come dice un proverbio che trovo molto saggio che ora riporto parafrasandolo, occorre dare tempo al tempo.

6. Che rapporto ha con il mondo letterario? Pensa esista ancora un luogo di incontro e/o confronto tra autori di vario genere?

Sono un autore emergente e sto imparando solo ora a conoscere il mondo letterario e quello editoriale, ben più complessi di quanto possa sembrare a prima vista. Mi capita di pensare ai caffè e ai salotti letterari di altre epoche, li troverei affascinanti. Mi sto muovendo con curiosità, ottimismo e una buona dose di circospezione.

7. Tre libri che si sentirebbe di consigliare.

Sicuramente “Piccoli uomini” di Louisa May Alcott, un romanzo di formazione d’altri tempi eppur a mio avviso attualissimo per i valori che trasmette, “Il gabbiano Jonathan Livingston” uno dei libri che mi ha più emozionato in assoluto e i racconti di Maupassant, imperdibili affreschi umani molto coinvolgenti.


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