Buongiorno coffees, miei cari lettori!
Oggi sono pronta per parlarvi di una nuovissima #recensionealvolo riguardo un titolo molto conosciuto, criticato, amato, super apprezzato ma –ahimè– per molti anche non meritevole come invece lo è per molti altri.
Il titolo di cui ho desiderio di parlarvi è “La Canzone di Achille” di una delle autrici che maggiormente apprezzo nel campo della rivisitazione delle opere classiche, mitologiche e storiche, l’elegante Madeline Miller.
Il fuoco di questa storia è inevitabilmente l’Amore. Oltre ogni riga storica, oltre ogni fragilità dei personaggi che si succedono uno dopo l’altro senza respiro ma con moltissima umanità, resta la profonda sensibilità di questo sentimento, apparentemente lieve eppure così complesso.
La purezza resa attraverso pochi versi, pochi dialoghi, pochi ma profondi gesti tra Achille e Patroclo, è ciò che ho apprezzato di più e che mi ha permesso di accogliere il mio cuore tra le lettere vacanti di queste meravigliose pagine di poesia in vesti di prosa.
“Forse non faccio altro, mi dico, vaneggiando – mi arrampico sulle mura e cado dalle mura. Questa volta, quando sollevo lo sguardo, il dio non sta sorridendo. Tiene tra le dita il tessuto della mia tunica, mi fa dondolare. Poi mi lascia cadere.”
Attraverso il sensibile Patroclo si è capaci di riscoprire il senso di coraggio ed umiltà, la ricerca disperata del sentirsi vivi, il profondo desiderio di sentirsi amati e la riscoperta della capacità di amare. Con il ribelle Achille invece ritraiamo il sogno della gloria, del ricordo, dell’orgoglio condiviso in battaglia e del sogno del sentirsi liberi come una nuvola vacante sopra l’immensità del mare. Achille e Patroclo, come un’anima sola ed inquieta, osserveranno con i loro occhi come la propria mortalità sia la più grande ferita aperta che l’uomo trasporta con sé ma che a vicenda è capace di rimarginarsi.
Madeline Miller riesce con maestria a rendersi portatrice di profonde metamorfosi attraverso i personaggi che hanno inevitabilmente segnato la storia della mitologia classica e che, con grande eleganza, conducono a profondità emotive spesso tanto ricercate eppure così difficilmente ragguagliabili.
“Le loro mani s’incontrarono e la loro luce si riversò inondando ogni cosa, come cento urne d’oro che, aperte, fanno uscire il sole.”
Il segno di una vita condivisa per Amore e poi in seguito trafitta per Amore, questo è La Canzone di Achille.
Desideri, battaglie, sacrifici, addii e l’Amore, capace di superare i confini dell’Ade attraverso le rivalse mortali e le ambizioni immortali, perché l’Amore è capace anche di questo: donarsi senza mai chiedere nulla in cambio se non, sommessamente, se stesso.
La Coffeer #