Finché il caffè è caldo – di Toshikazu Kawaguchi

Bentornati a tutti voi cari lettori di #uncoffeealvolo!

Oggi inserisco una nuova recensione nella rubrica #unarecensionealvolo lasciando spazio alle dolci note e ai profumi di un Oriente che dona incessantemente delicatezza e gentilezza.

Opera: Finché il caffè è caldo (2015) & Basta un caffè per essere felici (2021)

Chi è l’autore? Toshikazu Kawaguchi è nato a Osaka, in Giappone, nel 1971, dove lavora anche come sceneggiatore e regista. Con Finché il caffè è caldo, suo romanzo d’esordio, ha vinto il ” Suginami Drama Festival”.

“Un tavolino, un caffè, una scelta. Basta solo questo per essere felici.”

Il fascino giapponese trova spazio in una caffetteria semplice, accogliente, personale e intima, nascosta agli occhi dei più voraci e distratti dalla frettolosità della vita. La profondità affascinante del tempo si diffonde in un’ambientazione vissuta e assemblata dalle vite di diversi personaggi che si susseguono, si intrecciano e scambiano inconsapevolmente tra loro, percezioni di fasi esistenziali che fino a quell’attimo, erano rimaste sospese in visioni del tutto pregiudicate ed incomprese.

Kazu è ancora convinta che, se vuole, la gente troverà sempre la forza di superare tutte le difficoltà che si presentano. Serve solo cuore. E se quella sedia ha il potere di cambiare il cuore delle persone, di sicuro un senso deve averlo.

Sorgono allora i rimpianti, le gioie, i dolori e le paure: i tratti più fragili e profondi dell’essere umano prendono vita.

“Solo finchè il caffè è caldo.”

Questo viene ripetuto ogni volta ai clienti, alle vite che si succedono l’una dopo l’altra, per trovare posto nel proprio passato, cercare di rivivere l’attimo in accusa, senza però aver modo di portare sconvolgimenti al presente, piuttosto cercando di compensare, attraverso una profonda e malinconica lucidità, ogni attimo vissuto e temerariamente dare voce al silenzio dei pensieri.

Si ricerca un passato, si immagina un futuro ambientandosi, pagina dopo pagina, in una cruenta ma sincera e pura cognizione che del presente nulla cambierà.

Di un significato profondo e abissale è fornita ogni singola novella; la Via Maestra dei racconti illustra di un tempo che viaggia oltre ogni possibile visione e prospettiva reale umana: non ci sono lancette di orologi a scandire il ritmo del tempo che prospera in questa nuova visione quasi celestiale, in cui solo il caffè, la sua temperatura di raffreddamento così bizzarra e diversificata rispetto a quella della semplice acqua, definisce l’orizzonte limitante che divide momentaneamente le due diverse realtà.

“Ha infranto la regola?”

“Esatto. […]”

“E’ più rischioso di quanto pensassi…”

Un significato profondo, quasi metaforico e metamorfico cela questa narrazione: ogni vincolo, ogni regola, ogni speranza nasconde un desiderio di rivincita contro se stessi, ritrovando le proprie scelte scagliate tra due realtà in cui il presente ne incarna la responsabile conseguenza e il passato, un luogo in cui solo l’animo umano di “colui che cerca” potrà essere guarito.

Quanto valore possiede il passato nelle azioni umane?

A quali possibilità si rinuncia nello scegliere tra ciò che si sacrifica e ciò che si sceglie di vivere?

La vita fornisce ogni giorno un nuovo concetto di eventualità, di opzione, di futuro e di passato.

Si resta impietriti davanti alla ricerca di un mondo, una visione, sempre più viva dei progetti costruiti sopra le orme di un saggio e vecchio avvenire che però, d’altra parte, non possiede più la sua icastica consistenza.

Approfittando dunque, finché il caffè è caldo

auguro a tutti un dolce #coffeealvolo!

La Coffeer_